Il compost: una miniera per il futuro

10 Maggio 2016

La raccolta differenziata degli scarti organici e la produzione di compost possono essere una grande risorsa economica.

 

Ogni discorso sullo sviluppo sostenibile e il riciclaggio dei rifiuti non può prescindere dal tema del compostaggio. Il nostro Paese è tra i più virtuosi in tal senso e i dati forniti dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC) sono una conferma. La raccolta nel 2014 ha permesso di recuperare 5,7 milioni di tonnellate di rifiuti organici, che rappresentano tra l’altro una parte rilevante (circa il 43%) dell’intera raccolta differenziata che viene svolta in Italia. I dati del 2014 a loro volta mostrano un incremento di circa il 9% rispetto all’anno precedente.

Una strategia, questa, che dovrebbe portare entro il 2020 a raggiungere una media di 8 milioni di tonnellate di materia organica recuperata. Questo significa non solo sottrarre enormi volumi di rifiuti dalle discariche, ma conferire loro un importante valore economico, poiché destinati a divenire materia prima per un processo industriale come è quello della produzione del compost. E proprio queste prospettive costituiranno uno dei temi portanti della tavola rotonda “Dal biowaste una filiera virtuosa made in Italy”, che si svolgerà giovedì 12 maggio a Firenze, in concomitanza dell’assemblea dei soci del Consorzio Italiano Compostatori.

Le virtù del compostaggio

È opportuno ricordare l’ampio utilizzo che i prodotti derivati dal compostaggio possono offrire. Il compost proveniente dal recupero di materia organica selezionata rappresenta un’ottima fonte di fertilizzante utilizzabile in agricoltura, risulta adatto e consentito dalla normativa anche per le produzioni dell’agricoltura biologica, così come in ambiti più specializzati come la florovivaistica; il compost ricavato da fonti organiche non selezionate trova uso comunque in tutti quegli interventi di ripristino ambientale, come ad esempio il recupero di cave dismesse, le massicciate ferroviarie e le scarpate laterali alle autostrade.

Come sempre sembra accadere in Italia, ad una visione nel complesso positiva ed ottimistica come quella appena descritta, si contrappongono scelte discutibili che mostrano come ancora sia assente una politica organica ed integrata sulla gestione dei rifiuti. I questi mesi, infatti, è in discussione al Senato e prossima alla conclusione dell’iter parlamentare una norma (inserita nel disegno di legge S 1328-B) che prevede di non considerare più il prodotto dello sfalcio e delle potature provenienti da giardini e parchi come rifiuto organico e quindi di fatto tale materiale viene sottratto alla raccolta differenziata. Ma come sottolineano dal CIC in questo modo verrebbe a mancare una importante fonte di approvvigionamento per l’industria del compostaggio, non solo in termini di quantità, ma anche sotto l’aspetto del ciclo produttivo. Il materiale di risulta della potatura e dello sfalcio infatti è fondamentale come “strutturante” per consentire il compostaggio della materia proveniente dai rifiuti organici e con elevata putrescibilità.

Verrebbe così vanificato una parte degli sforzi che si stanno compiendo in questi anni in tema di raccolta differenziata e utilizzo e smaltimento sostenibile dei rifiuti. Uno sforzo che non ha solo un valore ambientale, ma anche economico (basti pensare anche al tema delle biomasse e alla produzione di energia dai rifiuti organici) e interessa i singoli cittadini, perché la raccolta differenziata e il riutilizzo possono contribuire anche alla riduzione delle tasse sui rifiuti.

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