La franco-californiana Bea Johnson, autrice della guida “Zero Waste Home”, racconta i suoi pratici consigli per ridurre i propri rifiuti al minimo. Non è affatto una cosa da supereroi. Anzi. Non costa niente. Fa risparmiare tempo e procura benessere durevole. Provare per credere.
Fino a pochi anni fa Bea Johnson era una cittadina americana come tante: viveva in una bella e spaziosa casa nei dintorni di San Francisco insieme al marito e ai due figli. Sbarcata in California come ragazza alla pari all’età di 18 anni, aveva realizzato il suo sogno americano. Negli USA aveva trovato la felicità sentimentale e materiale. Ma poi qualcosa è cambiato.
Nel 2006, dopo aver venduto casa e aspettando di trovarne una nuova più vicina alla città, i Johnson vanno a vivere in un appartamentino. Per mancanza di spazio, si portano dietro solo l’indispensabile.
La transizione tra un trasloco e l’altro, durata un anno, si rivela illuminante e decisamente benefica. Sono stati benissimo. La famiglia non tornerà mai più alla sua agiata vita materialistica di prima. Quando, nel 2007, trovano la casa dei loro sogni e giunge l’ora di traslocare, i Johnson si alleggeriscono in modo spontaneo, quasi naturale. Via il superfluo. «Abbiamo tirato fuori tutto dal magazzino. L’80 % di quello che c’era dentro non ci era mancato per niente. Da quel giorno, abbiamo scelto la semplicità. È lì che ci siamo resi conto che con meno, ad un tratto si ha più tempo per le cose importanti: i picnic, le passeggiate, la famiglia e gli amici», spiega Bea Johnson.
La casa in cui Bea e la sua famiglia vivono oggi è spaziosa (seppure sia solo un terzo di quella precedente) e arredata in modo decisamente minimalista. Pochi mobili e oggetti. Più spazio. Meno pulizie da fare. Più tempo a disposizione per attività varie in famiglia. La padrona di casa ha perfino dato via l’80% dei suoi vestiti senza però rinunciare ad essere femminile e à la page. « Il fatto è che usiamo solo il 20% del nostro guardaroba», spiega. Oggi possiede solo cinque paia di scarpe e 15 capi con i quali riesce a creare 50 outfit diversi.
Dopo aver liberato spazio, nel 2008, in casa Johnson, è stata naturalmente dichiarata guerra ai rifiuti. Niente più imballaggi in giro. Riciclare è una soluzione virtuosa; ma per lei, la vera e unica soluzione durevole è ridurre i propri rifiuti al minimo, consumando decisamente di meno e, soprattutto, meglio.
I Johnson sono ormai così bravi che i loro rifiuti dell’anno 2015 sono contenuti in un unico barattolo di vetro di un litro. Sembra del tutto incredibile ma invece si può fare: basta solo mettere in pratica cinque regole di base (valide solo in quest’ordine): Rifiutare, Ridurre, Riutilizzare, Riciclare e fare il compost.
Il che implica, anche, iniziare a fare la spesa diversamente. Acquistando solo o perlopiù alimenti sfusi (freschi o secchi) senza l’imballaggio da trasportare, in barattoli di vetro o sacchetti di tessuto lavabili e riutilizzabili, portati da casa. Sicuramente non sarà facile all’inizio, ma poi ci si fa la mano. Anche per Bea i primi passi, non sono stati semplici. Lasciate che la gente vi guardi stranamente. Siete voi all’avanguardia! Loro non hanno ancora capito niente.
E ricordatevi: se dovete per forza comprare, scegliete il mercato dell’usato. Secondo Bea, adottando una vita Zero rifiuti, ci si guadagna soltanto. «Si risparmia fino al 40% del budget familiare. Si ha una vita più sana. Più semplice. Più immediata e ricca di emozioni. Si vive veramente». La filosofia Zero Rifiuti conta ormai centinaia di migliaia di fan sparsi per il mondo, soprattutto in Europa. Oggi Bea Johnson è sempre più spesso in giro a parlare del suo progetto concreto di un mondo più green, e condivide la sua esperienza personale sul suo blog www.zerowastehome.com.
[http://www.lastampa.it]