Rifiuti, Utilitalia: serve una pianificazione sui fabbisogni impiantistici nel quadro dell’economia circolare
5 Agosto 2020
La federazione auspica una vera e propria “strategia nazionale che definisca il numero di impianti necessari e una loro migliore dislocazione sul territorio, per raggiungere i target imposti dall’UE al 2035 su effettivo riciclo e smaltimento in discarica”
“Gli effetti del Coronavirus ci hanno fornito indicazioni che confermano quanto già avevamo evidenziato in passato: per una corretta gestione dei rifiuti è necessario rafforzare il sistema impiantistico, con l’obiettivo di renderlo più resiliente, più pronto ad affrontare le emergenze”. Lo ha sottolineato Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia, intervenendo al seminario “L’impatto del Covid-19 su energia, mobilità e utilities – Quanto la pandemia ha cambiato i consumi del Paese”, organizzato da e7 il settimanale di QE.
Già alcuni anni fa, ha
evidenziato Brandolini, il sistema italiano si era trovato in difficoltà
per lo stop cinese all’importazione di rifiuti provenienti da riciclo
di bassa qualità. Nel corso del lockdown di quest’anno, invece, ad
acuire le criticità sono stati la chiusura degli altri Paesi europei
all’importazione di rifiuti provenienti dall’Italia e il blocco di
alcune filiere – come i cementifici – che “dialogano” con quella della
gestione dei rifiuti. La situazione, insomma, si è fatta critica a causa
di un sistema impiantistico inadeguato “che deve far ricorso all’esportazione all’estero e al supporto di altre filiere produttive.
Siamo riusciti a compensare le difficoltà per la riduzione dei rifiuti
prodotti dalle imprese e dal comparto turistico, e grazie a ordinanze
regionali che in particolari situazioni hanno concesso deroghe sugli
stoccaggi e sullo smaltimento in discarica”.
Di conseguenza,
l’impatto del Covid-19 sulla gestione dei rifiuti ha confermato come sia
necessaria “una pianificazione di medio-lungo periodo sui fabbisogni
impiantistici, che siano coerenti con l’economia circolare e tengano
conto della necessaria flessibilità per affrontare le situazioni di
emergenza”. Una vera e propria “strategia nazionale che definisca il
numero di impianti necessari e una loro migliore dislocazione sul
territorio”, per raggiungere i target imposti dall’UE al 2035 su
effettivo riciclo (65%) e smaltimento in discarica (non più del 10%).
Utilitalia, ha ricordato Brandolini, ha calcolato che serviranno 3,2
milioni di tonnellate di capacità impiantistica aggiuntiva per i rifiuti
organici e 2,4 milioni di tonnellate per il recupero energetico degli
scarti del riciclo. In questo quadro risulta evidente anche il
potenziale del settore dei rifiuti nella transizione energetica, in
particolare per la produzione di biocombustibili.
Tramite un osservatorio attivato da Utilitalia, ha infine evidenziato Brandolini, è emerso come le corrette abitudini dei cittadini rispetto alla raccolta differenziata non siano venute meno negli ultimi mesi: “Abbiamo registrato una riduzione dei volumi legata alla chiusura delle attività commerciali e al rallentamento del comparto turistico, e al contempo un lieve aumento nella raccolta differenziata dell’organico e della plastica. Fortunatamente la pandemia non ha scalfito le buone abitudini dei cittadini, proseguite anche grazie a un settore che non si è mai fermato e che ha continuato a garantire un servizio essenziale in sicurezza e con continuità”.
[fonte: ecodallecittà.it]