Cos’è il riciclo chimico? L’innovativa tecnologia potrebbe rivoluzionare il modo in cui si ricicla la plastica, riducendo il numero dei rifiuti.

17 Aprile 2019

Anche il mondo della sostenibilità va sempre più verso l’economia circolare grazie al riciclo chimico. In cosa consiste? Quali sono le differenze rispetto al riciclo meccanico? Tutte le risposte arrivano dal Plastics Recyclers Europe (PRE) associazione fondata nel 1996 con lo scopo di proteggere e promuovere in Europa gli interessi delle aziende legate al riciclo della plastica.

L’attuale metodo: il riciclo meccanico

Attualmente il PET viene riciclato meccanicamente attraverso apparecchiature che differenziano, sminuzzano e risciacquano la plastica per recuperare il cosiddetto “PET per alimenti”. In questo processo, però, viene riutilizzato solo il 20 per cento di tutta la plastica, con il restante materiale di scarto che finisce in discariche e inceneritori. Il riciclo chimico dovrebbe essere visto come una soluzione complementare al riciclo meccanico in caso di materiali difficili da riciclare (rifiuti non adeguatamente ordinati, multistrato o fortemente contaminati). Grazie al riciclo chimico qualsiasi forma di polietilene può essere utilizzato per produrre PET per uso alimentare.

La nuova era del riciclo chimico

Per riciclo chimico si intende il processo che prevede l’utilizzo di tecnologie innovative in grado di trasformare la plastica (PET) finora non riciclabile, relativa a tessuti, tappeti, bottiglie colorate in nuovi prodotti di uso comune. Grazie al riciclo chimico i rifiuti di plastica vengono convertiti in materie prime, vale a dire monomeri, oligomeri e idrocarburi superiori che possono essere utilizzati per produrre polimeri simili ai vergini e creare nuovi prodotti di plastica. Negli ultimi tempi sono state sviluppate nuove tecnologie e diversi impianti pilota in tutta Europa stanno ora testando nuovi processi per il corretto riciclo dei rifiuti di plastica.

 

 

[Fonte: https://www.inabottle.it/it/ambiente/riciclo-chimico-plastica]