L’International James Dyson Award 2019 è una bioplastica realizzata con squame di pesce e alghe
18 Novembre 2019
Inventata da Lucy Hughes è ideale per realizzare imballaggi monouso biodegradabili
Lucy Hughes, una studentessa 24enne dell’università del Sussex, si è aggiudicata il prestigioso international James Dyson Award 2019. Lucy sta tentando di risolvere il problema della plastica monouso e del cattivo smaltimento dei rifiuti sfruttando una risorsa alla quale in pochi avrebbero mai pensato: gli scarti di pesce, creando una bio-plastica unica che ha progettato e sviluppato l’ultimo anno per il suo corso di Product Design.
Quello che ne è venuto fuori è un materiale in fogli traslucido e
flessibile – il marinaTex . una bioplastica ideale per realizzare
imballaggi monouso costituita da rifiuti organici di pesce, normalmente
destinati alla discarica o all’incenerimento, e alghe rosse molto
diffuse localmente.
Mentre MarinaTex può sembrare una semplice plastica, le somiglianze
finiscono qui: utilizzando una formulazione unica di alghe rosse per
legare le proteine estratte dagli scarti di pesce la nuova bioplastica
ha forti legami sovrapposti che gli conferiscono forza e flessibilità.
Inoltre la produzione del materiale richiede relativamente poche
risorse, per produrlo bastano poca energia e temperature inferiori a 100
gradi. Si biodegrada dopo 4-6 settimane, è adatto per il compostaggio
domestico e non rilascia sostanze tossiche, eliminando la necessità di
realizzare raccolta e impianti a parte per la gestione dei rifiuti.
Dato che MarinaTex utilizza sottoprodotti dell’industria della pesca,
aiuta a chiudere il cerchio dei rifiuti esistente con una durata di vita
del prodotto più circolare. Secondo Lucy, «Il merluzzo bianco atlantico
potrebbe produrre tutti i rifiuti organici necessari per produrre 1.400
sacchetti di MarinaTex.
Annunciando il conferimento del premio alla Hughes, Sir James Dyson ha dichiarato che «I giovani ingegneri hanno la passione, la consapevolezza e l’intelligenza per risolvere alcuni dei maggiori problemi del mondo. Quest’anno Il James Dyson Award ha ricevuto diverse idee stimolanti – e più concorrenti donne che mai – rendendo molto difficile il giudizio. Alla fine, abbiamo deciso di scegliere l’idea di cui il mondo non avrebbe potuto fare a meno. MarinaTex risolve elegantemente due problemi: l’ubiquità della plastica monouso e dei rifiuti di pesce. Ulteriori ricerche e sviluppi garantiranno che MarinaTex si evolva ulteriormente e spero che diventi parte di una risposta globale all’abbondanza di rifiuti di plastica monouso»«.
Gli scarti indesiderati provenienti dall’industria di trasformazione del pesce creano un enorme mole rifiuti e sono composti da lische, cartilagini, frattaglie, sangue, esoscheletri di crostacei e pelli e squame di pesce, e quasi tutto finisce in discarica.
Grazie a ricerche approfondite, Lucy ha scoperto che le pelli e le squame di pesce, che contengono strutture proteiche forti e flessibili, erano i materiali più promettenti per formare la base di una bioplastica. Ma, per creare un materiale nuovo di zecca, bisognava fare in modo che queste proteine si legassero tra loro. Così Lucy ha iniziato a cercare un legante organico, possibilmente a “km zero” per ridurre i costi di trasporto, dato che si trattava di materiale che proveniva dal mare, la studentessa ha dato un occhiata alla costa, sperimentando diversi leganti marini organici e alla fine ha scelto l’agar. Per perfezionare il materiale e il processo, ci sono voluti oltre 100 esperimenti diversi, la maggior parte dei quali fatti sul fornello della cucina nella sua casa per studenti. Alla fine ha creato un materiale coerente e simile alla plastica, biodegradabile e traslucido, il MarinaTex.
La giovane ricercatrice spiega che «La plastica è un materiale straordinario e, di conseguenza, come designer e ingegneri ne siamo diventati troppo dipendenti. Per me non ha senso usare la plastica, un materiale incredibilmente resistente, per prodotti che hanno un ciclo di vita inferiore a un giorno. Per me, MarinaTex rappresenta un impegno per l’innovazione e la selezione dei materiali incorporando nel design valori sostenibili, locali e circolari. Sono così felice che MarinaTex sia stato riconosciuto dal James Dyson Award. L’invenzione è ancora agli inizi e non ho mai pensato che sarebbe arrivata a questo punto, quindi è davvero incoraggiante avere il potenziale del materiale riconosciuto da un premio così prestigioso. Sono entusiasta di avere la possibilità di intraprendere ulteriori ricerche e sviluppi per esplorare tutti i possibili utilizzi del MarinaTex, tenendo conto della forma, della funzione e della sua impronta».
Come vincitore dell’international James Dyson Award, Lucy riceverà 30.000 sterline mentre all’università del Sussex andranno 5.000 sterline e Lucy ora punta a commercializzare la sua invenzione in modo sostenibile, usando il suo premio in denaro per ulteriori ricerche su come MarinaTex possa diventare una risposta globale all’abbondanza di rifiuti di plastica, pur sfruttando le soluzioni locali: «L’obiettivo a lungo termine è portarlo sul mercato ed educare i consumatori e i produttori a utilizzare opzioni più sostenibili».
[fonte: greenreport.it]