Il consorzio spagnolo Cicloplast, ha diffuso in questi giorni i dati riguardanti il riciclo delle plastiche in Spagna. Nel 2013 il paese iberico ha riciclato 371.218 tonnellate di materie plastiche da rifiuti urbani, pari al 56,6% del totale, in crescita del 3,7% rispetto all’anno precedente. Un volume che, se rapportato al numero di abitanti, pone la Spagna al secondo posto in Europa alle spalle della Germania. La raccolta differenziata in Spagna interessa, come in Italia, l’intera gamma di imballaggi in materiale plastico, dalle bottiglie ai contenitori per detergenti, fino ai film e ai sacchetti. A differenza dell’Italia però, dove ogni comune è libero di scegliere la tipologia di raccolta che ritiene più adatta, in Spagna la raccolta non avviene porta a porta, ma attraverso 360.000 contenitori per la raccolta differenziata collocati in strada. Altra differenza non da poco, che sembra banale, è il fatto che i contenitori per la raccolta differenziata della plastica, in Spagna, sono uguali in tutto il Paese. Banale ed ovvio? Semplicemente di buon senso: uno dei tanti accorgimenti che è possibile mettere in atto per ridurre gli errori di distrazione e ottenere una raccolta differenziata di maggiore qualità, finalizzata all’effettivo riciclo (fonte: greenreport.it).
Anche in Germania, che svetta nella classifica europea, la raccolta differenziata non viene svolta con il servizio di raccolta “porta a porta”, ma prevalentemente con il servizio domiciliare/condominiale, che prevede un conferimento più limitato (rispetto alla varietà merceologica usata in Italia) di rifiuti differenziati ma che (forse anche per questo) risultano essere di migliore qualità, quindi più facilmente recuperatbili e riciclabili, anche in una visione di puro mercato delle materie prime seconde. Molte delle materie che noi differenziamo ai fini del recupero di materia, in Germania vengono avviate invece a recupero di energia.
Quindi non esistono metodi di raccolta universali da perseguire ad ogni costo, spesso per puro ideologismo, per raggiungere elevati tassi di differenziazione (e soprattutto effettivo recupero!) dei rifiuti urbani. Ogni comunità dovrebbe ricercare e perseguire il miglior metodo per il proprio territorio, guardando quello che si fa altrove ma anche sperimentando in proprio, per trovare il giusto equilibrio di sostenibilità ambientale e economica del ciclo integrato dei rifiuti.