Rifiuti urbani in Toscana, troppa discarica e poco riciclo in vista degli obiettivi Ue

12 Ottobre 2020

E’ quanto emerge dal nuovo studio “La gestione circolare dei rifiuti nel centro Italia”. A causa della scarsità di impianti per gestire l’organico la nostra regione esporta un quantitativo pari a circa 157 kt l’anno, di cui circa 76 kt in Veneto.


Per la gestione dei rifiuti organici e per il tasso di riciclo, la nostra Toscana finisce dietro la lavagna, ma con le misure che sta adottando ha (avrebbe) il tempo ancora di recuperare per centrare gli obiettivi Eu. E’ quanto emerge dal nuovo studio “La gestione circolare dei rifiuti nel centro Italia” presentato al Workshop Green City Network, e redatto dalla Fondazione sviluppo sostenibile insieme al Conai e incentrato sulle dinamiche dei rifiuti urbani. Nel centro Italia, si legge nel rapporto, la distribuzione impiantistica dedicata alla gestione della frazione organica presente nel “mostra una prevalenza di impianti di compostaggio, mentre risultano ancora marginali quelli integrati e di digestione anaerobica”. In particolare “in Toscana, Marche e Lazio sono presenti solo impianti di compostaggio, mentre solo in Emilia Romagna e Umbria sono presenti impianti di digestione anaerobica. Sarà quindi importante che soprattutto le tre Regioni sprovviste si dotino di nuovi impianti integrati e di digestione anaerobica”.

Primo punto, dunque, scarsità di impianti adeguati, e purtroppo non è una novità. A testimoniarlo anche il dato relativo ai “flussi dei rifiuti organici avviati fuori Regione”, con la Toscana che “esporta fuori un quantitativo pari a circa 157 kt, di cui circa 76 kt (48% del totale esportato)” destinato al Veneto e oltre 58 kt (37% del totale esportato) in Lombardia. Quantitativi meno rilevanti sono, inoltre, avviati in Emilia Romagna, Umbria e Lazio. Una carenza che, senza implementare nuova dotazione impiantistica, sarebbe destinata ad ampliarsi dato che la raccolta differenziata dovrà crescere: a livello regionale “lo sforzo di intercettazione maggiore dovrà essere compiuto da Lazio e Toscana che dovranno incrementare la raccolta differenziata della frazione organica rispettivamente di 22 e 9 punti percentuali. Il Lazio dovrà compiere lo sforzo maggiore anche in termini di incremento delle quantità intercettate che al 2023 dovranno crescere di 223 kt”. Non una grande performance, dunque, come del resto non è al top la stima del riciclo regionale – elaborata prendendo come riferimento i dati di raccolta differenziata di Ispra a cui è stato sottratto uno scarto medio del 13% – dove si evidenzia come “nel 2018 le Marche abbiano già raggiunto l’obiettivo 2025 e l’Emilia Romagna sia vicina al target”, mentre “la Toscana e soprattutto il Lazio dovranno compiere uno sforzo straordinario: nel 2018 hanno riciclato rispettivamente il 43 e il 34% dei rifiuti prodotti”.

Ma secondo gli estensori del rapporto “grazie ad azioni mirate di incremento della RD, riusciranno a ottenere tassi di riciclo allineati alla media nazionale”. In ogni caso per raggiungere l’obiettivo di riciclo dei rifiuti urbani del 55% entro il 2025, del 60% entro il 2030 e del 65% entro il 2035 – tutti target individuati dalle direttive Ue – anche le performance di riciclo nazionale dovranno comunque migliorare: attualmente infatti l’Italia ha raggiunto un riciclo dei rifiuti urbani del 45% (circa 13,6 Mt). Guardando infine all’estremità della gerarchia Ue per la corretta gestione dei rifiuti, ovvero lo smaltimento in discarica, emerge quella che attualmente è un’altra criticità della Toscana. Analizzando i dati relativi alle diverse forme di gestione messe in atto a livello regionale il report evidenzia che nelle Regioni del Centro l’utilizzo della discarica è in linea con la media nazionale: i rifiuti urbani smaltiti in discarica in Italia nel 2018 sono 6,5 Mt, pari al 22% della produzione, mentre al Centro lo smaltimento in discarica riguardanti il 20%, corrispondenti a 1,9 Mt. La percentuale dello smaltimento in discarica sul totale dei rifiuti urbani prodotti a livello regionale, in Toscana, presenta però ad oggi un dato ben poco lusinghiero: 33%. Questo significa che  il gap da colmare per raggiungere l’obiettivo al 2035 (ovvero ridurre i rifiuti urbani conferiti a massimo il 10%) è, in Toscana, il più ampio di tutto il Centro Italia.


[Fonte: Greenreport.it]